martedì 13 maggio 2014

Vita breve alla variante

Lo so che non ci crederete, ma quello che vi stiamo raccontando è la pura verità.

Pensando di essere ormai al capolinea con i lavori di pulizia, in previsione della 3^ tappa del Circuito Ultraenduro, ci siamo concessi qualche uscita in bici (sembrerà strano ma anche a noi piace andarci), fino a che succede l'inaspettato: arriva una telefonata al cellulare del Capo (Simone Milk Del Sarto): un tipo chiede di incontrarci!
All'appuntamento vanno il Presidente ed il Segretario di WCT (rispettivamente Simone Del Sarto e Damiano Bigini) e, dopo un interminabile silenzio su WhatsApp ecco arrivare il messaggio: "bisogna fare la variante alla variante!!"

ERGO: bisogna continuare a zappare!

Chatel, il sentiero utilizzato per la PS1, non è altro che un viottolo comunale indicato sulle mappe catastali, ripulito da noi per la prima volta circa 10 anni fa.
Anche il resto dei nostri sentieri non sono altro che tracce preesistenti riportate alla luce. Magari ci sono dei tratti fuori "linea", ma per pochi metri e sicuramente non stravolgono quell'ambiente naturale che ai nostri occhi pare abbandonato.

Comunque ieri ci siamo rimessi a lavoro per fare la variante "Giorgi Giorgi" anche in considerazione del fatto che un proprietario terriero ci dice che li c'è suo e che non ci sono problemi nel passarci ed invece, di nuovo, succede l'inaspettato: dalla traccia appena ripulita ecco apparire un tipo che, con voce alterata, ci blocca perché stiamo facendo dei danni, sopratutto per un discorso di rischio idrogeologico (P.S.: quel tratto di bosco abbandonato è suo). 

Siamo certi che un sentiero e un bosco pulito fanno molti meno danni di grossi castagni o pini caduti magari in prossimità o dentro dei canali, siamo certi che gli allagamenti di certi terreni dipendono da tanti fattori ed un sentiero che è lì da chissà quanti anni ha una responsabilità minima rispetto all'abbandono ed incuria nella quale versano molti terreni privati.
E' frequente sentirsi dire che una volta il bosco era così pulito da poterci camminare a piedi nudi e stona il fatto che a dirlo siano, spesso e volentieri, gli stessi che abbandonano il bosco e impediscono a noi di mantenere vive queste colline.

In tutti i lavori svolti fino ad ora abbiamo usato il criterio del ripulire sentieri pensando alla loro durata nel tempo, cercando di mettere in pratica tutti gli accorgimenti utili (come le canalette di scolo ad esempio) e necessari al fine di non mettere a rischio la stabilità del terreno, oltre a ripulire quel bosco, ormai abbandonato nel tempo, a cui nessuno fa più manutenzione.
E' un dato di fatto: attualmente siamo noi mountain biker a dare il maggior contributo alla pulizia del bosco.
Certamente non faremo tutto giusto, faremo i nostri errori e a volte ci facciamo prendere la mano, ma una cosa è certa: il bosco e i sentieri, con la nostra bici, sono qualcosa a cui teniamo in modo viscerale perché sono il nostro tesoro!

Non voglio fare critiche, dire che questo va bene oppure no, se posso o meno passare di qui e via discorrendo. Sicuramente abbiamo bisogno di un contributo/tutela da parte degli organi competenti al fine di "definire" la bontà delle nostre azioni e speriamo che questo accada al più presto così di riuscire, lo speriamo, a mettere tutti d'accordo.